Teoria contro azione. I giovani fotografi sono spesso in grado di esprimersi meglio dei fotografi più anziani nel mondo della fotografia digitale. Il motivo principale però non è da ricercarsi nell’ambito della scarsa dimestichezza con le tecnologie quanto piuttosto nella saggezza e nell’esperienza dei fotografi compassati. Un fotografo esperto riesce a realizzare delle foto stilisticamente perfette, probabilmente meravigliose ma proprio per la sua esperienza è in grado, in qualunque situazione, di districarsi al primo scatto, limitando sempre più la parte decisionale. Ma il fotografo giovane, spesso, pecca di teoria, dimenticandosi l’azione in campo, limitandosi a studiare senza applicare.
Questo, badate bene, non è ovviamente un problema ma ci deve far riflettere su come noi stessi evolviamo nel tempo come fotografi, cosa guadagniamo nel tempo ma soprattutto cosa perdiamo, cosa lasciamo alle nostre spalle.
Conoscenza contro comprensione
Per rendere l’idea, facciamo un banalissimo test, chiedendo ad un adulto ed a un bambino quanto fa 8^2 (otto al quadrato). Un adulto vi risponderà in pochi istanti che fa 64, un bambino al contrario perderà un poco di tempo per effettuare il calcolo. Nel primo caso si è trattato di conoscenza,nel secondo di comprensione. Ed ancora, i tanti teoremi di matematica: il teorema in se è conoscenza, il saperlo spiegare è comprensione.
Provate a chiedere ad una persona che non ha mai praticato la fotografia cos’è il bilanciamento del bianco: difficilmente sarà in grado di dirvi cosa significa, al contrario di un fotografo che vi risponderà all’istante o di un fisico che vi spiegherà anche il funzionamento.
La conoscenza è molto utile. In ambito fotografico si ha la tendenza, specie quando si frequentano corsi di fotografia, ad imparare tantissimo in modo meccanico, a memoria…cosa per nulla utile nella vita professionale. Quando si apprende qualcosa, che sia una tecnica fotografica o un concetto, bisogna sempre essere in grado di assimilare le parole quindi interpretarle alla luce della nostra esperienza in modo da creare una comprensione personale del concetto stesso. Certo, possiamo imparare perfettamente a memoria concetti basilari quali apertura, velocità di scatto, regola aurea…ma provate ad applicare quest’ultima nella realtà: vi renderete conto (se siete un giovane fotografo) che è molto complessa. E proprio questa complessità vi porta a sperimentare, provare, tentare. Al contrario di un fotografo esperto che probabilmente riuscirà ad applicarla in pochi secondi.
Il fotografo giovane, in questo caso, ha perso tempo per comprendere la regola aurea mentre l’esperto l’ha semplicemente applicata. Il fotografo giovane ha sperimentato, quello esperto ha scattato. Ed è qui la differenza: sperimentare porta alla realizzazione di qualcosa di diverso, magari non perfetto, ma sicuramente qualcosa che è sfuggito al fotografo più esperto. E questo è un bene.
Con il passare del tempo e degli scatti, si accresce la consapevolezza di noi stessi, delle nostre capacità. E questo ci impedisce di vedere realmente il mondo che ci circonda. Ciò che dovremmo fare, da fotografi giovani o esperti, è non dimenticarci che ogni singolo scatto deve essere sentito. Dobbiamo sempre chiederci se quello scatto per noi funziona, se è qualcosa che ci andrebbe di vedere, osservare, al di là di qualunque regola.
Teoria contro azione
I giovani fotografi cercano la conoscenza online (come nel nostro corso di fotografia!). La maggior parte di essi sono aperti ad imparare in modo da progredire rapidamente, ed hanno un vantaggio rispetto alle generazioni più vecchie: il vantaggio di poche responsabilità, i brevi tempi di attenzione e la disponibilità di enormi quantità di tempo. Al contrario hanno dei grossi difetti: sottovalutano l’importanza di imparare dagli altri. Leggono leggono un po’, si annoiano e si limitano a giocare con la macchina fotografica. E cercano scorciatoie: non immaginate quante richieste di spiegazioni ricevo, quante persone mi contattano qui o sulla pagina facebook per sapere come fare questa o quella cosa…senza perdere tempo a cercare sul sito.
La rete ci permette di accedere a una quantità enorme di informazioni, così come le centinaia di riviste di fotografia disponibili in vendita. E’ una sorta di Eden e tutti (me compreso!) facciamo incetta di queste informazioni, ci ubriachiamo raccogliendo e assimilando quante più informazioni possibili. Peccato che questa è una trappola: troppe informazioni ci atrofizzano o ci paralizzano.
Ma allora, come dovrebbe comportarsi un fotografo giovane? Dovrebbe apprendere ad applicare. Dovrebbe usare subito ciò che sta imparando: in questo modo non solo assimila i concetti ma li apprende. E’ come per le lingue straniere: si può studiare l’inglese ma finquando non proverete a parlarlo con degli inglesi avrete quasi solo perso tempo.
Insomma, ci deve essere un equilibrio. Ci deve essere una continua evoluzione. E soprattutto ci si deve limitare ad imparare il giusto: quanti di voi hanno provato a mandare a memoria le giuste impostazioni ISO o di apertura per una giornata nuvolosa alle 8 di sera? Se l’avete fatto, allora permettetemi di dirvi che avete fatto una cazzata. Avete perso tempo e soprattutto state rischiando di fossilizzarvi su delle impostazioni che probabilmente sono sbagliate nel 99% dei casi (e credetemi, tante persone mi chiedono che velocità di scatto, che apertura, che ISO usare quando vanno a fotografare un particolare evento…senza pensare che questi valori sono relativi a mille fattori analizzabili solo in loco).
Insomma, ricordate di fare sempre pratica e non limitatevi solo alla teoria. Leggete un articolo e poi correte ad applicarlo. E soprattutto continuate a leggere e sperimentare anche quando siete dei fotografi fatti ed affermati. La conoscenza non ha limiti, la comprensione anche. Ma purtroppo anche il nostro ego che è e sarà sempre il nostro principale problema…facendoci dimenticare l’umiltà o tutto il tempo passato, da giovani, per trovare la giusta inquadratura ed i giusti settaggi.