E’ possibile realizzare la fotografia perfetta? Henri Cartier-Bresson è certamente uno dei grandi della fotografia e il suo lavoro ha ispirato innumerevoli fotografi, ma il suo libro “il momento decisivo” (The decisive moment, Simon e Schster, New York, 1952) e soprattutto il significato del suo titolo, è spesso frainteso, creando non poca confusione.
Molti fotografi hanno ipotizzato e continuano ad ipotizzare che Cartier-Bresson si riferisse ad una sorta di momento magico, un istante in cui il fotografo riesce a “vedere” un’immagine perfettamente formata, portare l’oculare della macchina fotografica fino all’occhio, scattare e quindi catturare l’immagine perfetta, prima che questa si dissolva o si trasformi in qualcos’altro.
In realtà il momento magico esiste, ma non è un qualcosa che si può prevedere, non esiste una formula magica per essere capaci di catturarlo: è tutta una questione di statistica. Se per la maggior parte dei casi, comunque,si tratta di una botta di fortuna, possiamo fare in modo che le probabilità di incappare in quel momento magico si incrementino. Essere pronti, per esempio, è il miglior approccio per catturare qualcosa che, al contrario, si sfuggirebbe.
La fotografia perfetta: impostare la fotocamera
Su un livello molto pratico, è fondamentale che la macchina fotografica sia pronta a scattare: accesa, con un’ottica molto veloce montata. Inoltre, bisogna avere una conoscenza approfondita di come l’obiettivo reagisce ai tempi di scatto e alle differenti aperture dell’otturatore: capacità che si acquisisce con la pratica, fotografando ripetutamente oggetti in movimento (come le auto di passaggio o le biciclette) fin quando si padroneggia completamente il proprio “mezzo”. Inoltre, al fine di catturare immagini in tempi minimi, è fondamentale che il coordinamento tra occhio, pulsante di scatto e presa della fotocamera sia istintivo: perdere tempo a sistemarsi la fotocamera dinanzi all’occhio è probabilmente il più grosso errore che potreste fare.
Occhio al tipo di ottica in uso: le ottiche a focale fissa sono molto più veloci delle ottiche a focale variabili (le zoo). Usare un obiettivo zoom può far sprecare secondi preziosi, soprattutto se è in uso la focale più lunga (ovvero lo zoom è tutto fuori).
Per quanto riguarda le impostazioni della fotocamera, dovete cercare di anticipare le possibili situazioni che potrebbero accadere (e che potrebbero interessarvi). Ad esempio impostate l’ISO in automatico: questo, per quanto possa sembrare sconveniente, vi metterà al riparo da repentini cambi di luce che potrebbero costringervi a cambiare apertura o tempo di scatto (il che significherebbe perdere parecchi secondi). Usate anche il bilanciamento del bianco in automatico, soprattutto perché potrete sempre agire su di esso in fase di post processing sui file RAW. Scattate in modalità priorità di apertura: di solito è molto più importante poter contare su una buona profondità di campo (quindi preimpostata) che sul rischio di mosso. Ovviamente, nel caso si voglia catturare delle immagini ad alta velocità, preferirete la priorità di tempo, anche se il rischio di avere immagini rumorose diverrebbe alto.
Se preferite scattare in manuale, anticipare l’esposizione è la chiave: tempi, apertura e ISO dovrebbero essere impostati in anticipo.
Quando si tenta di catturare l’attimo perfetto, usare la raffica fotografica è normale. Fare fotografie a raffica significa però avere una buona capacità di archiviazione, ma ancora di più avere delle memorie molto veloci: ricordatevi quindi di controllare che le vostre schede di memoria siano rapide, e che non vi facciano da collo di bottiglia. Nel caso abbiate problemi nello svuotare il buffer della fotocamera, potete rinunciare al formato RAW: non è di certo una bella soluzione (niente post produzione) ma di certo vi può essere di aiuto (i file RAW sono enormi se comparati ai JPEG).
Pre-pianificazione dell’immaginare
Pensate e cercate di immaginare dove accadrà o potrebbe accadere l’immagine che volete catturare, o più banalmente un qualcosa di rilevante. E’ inutile ed improduttivo andare a caso, inquadrare a destra e sinistra nella speranza che qualcosa succeda: definite un punto o un’area, sistematevi in modo da inquadrare quell’area al meglio (sia per impostazioni che per composizione) e aspettate. In questo modo aumenterete le probabilità di successo. Se per esempio siete un fotografo di strada, concentrate le vostre attività durante una giornata soleggiata e calda, magari durante le ore centrali della giornata stessa, meglio ancora se durante un weekend (occhio alle leggi italiane in merito alla street photography).
Una volta pronti, provate a pre-visualizzare le immagini che vorreste catturare o ciò che potrebbe accadere in quel particolare luogo che avete scelto: se state fotografando in un mercato all’aperto, ad esempio, potreste fotografare uno scambio di merce tra il venditore e l’acquirente, due amici o amiche che parlano, la ricerca di un prodotto su di una bancarella. Ma potreste anche concentrarvi sull’accostamento di colori (ad esempio i diversi colori delle spezie), sul passaggio delle persone: esistono migliaia di differenti combinazioni e dovete essere in grado di immaginarle per poterle catturare al momento giusto.
La fotografia perfetta: Impostate la scena
E’ importante individuare tutti gli elementi dell’immagine che si possono controllare: una luce interessante, un bello sfondo o un luogo dove, dal punto di vista compositivo, si può realizzare un ottimo lavoro. Costruite quindi l’immagine: sistemate fotocamera, parametri di scatto, inquadratura, composizione. E quindi aspettate. Procedere in questo modo vi permetterà di avere molte più possibilità di ottenere un grande scatto rispetto ad altri approcci: anche se infatti riuscite a catturare un qualcosa di “particolare”, la composizione potrebbe essere carente e quindi vanificare tutto il tempo speso in attesa.
Lavorate l’immagine
Guardando i vostri provini (perché ne dovrete fare per capire se la scena è “pronta”), valutate la migliore delle opzioni. Ogni provino dovrà essere infatti realizzato con parametri differenti (Cartier-Bresson ha sempre scattato provini della stessa scena a differenti esposizioni, per esempio) al fine di valutare come la scena la composizione e quindi l’immagine finale si presenterà a chi osserva l’immagine.
Dello scatto multiplo abbiamo già parlato: per cogliere l’attimo giusto, una sola foto di solito non basta. Una sequenza di una decina di immagini incrementerà le possibilità di catturare LA foto: una serie di fotogrammi in rapida successione vi permettono di catturare diverse espressioni, diverse posizioni delle persone nella scena e quindi immagini che possono essere anche profondamente differenti tra di loro.
La fotografia perfetta: Il linguaggio del corpo
Generalmente le persone oggetto della foto sono consapevoli del fatto che qualcuno le sta fotografando. Si potrebbe optare per l’uso di una focale molto lunga (come un 400mm) ma l’uso di un tele-zoom rende le immagini troppo piatte e soprattutto rischia di essere fraintesi: una cosa è vedere un fotografo vicino che sta scattando, un’altra è accorgersi di un fotografo che da lontano sta facendo foto, alla stregua di un paparazzo da rivista gossip. Personalmente, vi consiglio di usare una lente corta, possibilimente a focale fissa e posizionarsi abbastanza vicini alla scena: in questo modo sembrerete meno minacciosi, più coinvolti nella scena e soprattutto non sembrete uno che vuole rubare un’immagine e che stia facendo qualcosa di illegale. Inoltre, essendo vicini alla scena, potete anche interagire con le persone, spiegando il perché state scattando, in modo da rassicurare chi, al contrario, potrebbe vedervi come una minaccia per la propria privacy.
Per essere meno minacciosi ricordatevi sempre di sorridere, siate rilassati, mantenete un linguaggio del corpo aperto e cordiale e siate sempre rispettosi dello spazio personale Ciò però non vuol dire che, con la vostra presenza, dovete influenzare la scena, ma semplicemente che dovete essere accettati, senza che le persone si mettano in posa per farsi fotografare.
Un ottimo modo per ottenere un buon risultato è quello di muoversi dentro e fuori la scena molto velocemente. In sostanza, dovete cercare di prevedere quando sta per accadere qualcosa, al fine di avvicinarvi alla scena macchina fotografica in mano: molto rapidamente scattate e continuate a camminare, allontanandovi nuovamente dalla scena. Se si combina questo approccio con un linguaggio del corpo discreto, potete diventare sostanzialmente invisibili.
La fotografia perfetta: Il Contatto visivo
il contatto visivo è un tipo di comunicazione molto potente che potete usare a vostro vantaggio. Molte persone si “sentono” osservate, cosa che le rende nervose o comunque fa modificare i loro comportamenti: evitare il contatto visivo può quindi essere un buon approccio per ottenere foto più spontanee. Facciamo un esempio: se desiderate fotografare un gruppo di persone, provate a deviare la vostra attenzione su qualcos’altro ed avvicinatevi a quel gruppo. Non potete immaginare quanto vicini potete arrivare senza che nessuno vi badi. Evitando di guardare negli occhi i vostri soggetti, sarete molto meno intrusivi e visibili, soprattutto se sembrerà che state concentrando l’attenzione su qualche altro soggetto lontano da loro.
La fotografia perfetta: Anticipazione
Questo significa semplicemente immaginare quello che potrebbe accadere. Bisogna diventare esperti del comportamento umano, immaginare come possa comportarsi un individuo. Con un po’ di pratica dovreste essere in grado di anticipare buona parte delle azioni “tradizionali”, ovviamente per situazioni straordinarie vale quasi esclusivamente la fortuna.
Tanto per fare un’esempio, dovrebbe essere abbastanza facile immaginare quando una persona sta per ridere, quando sta per muoversi o quando sta per toccare qualcosa o un’altra persona.
La fotografia perfetta: La legge di Murhpy
Avete presente la legge di Murphy? Il momento perfetto per lo scatto perfetto accadrà nel preciso momento in cui state controllando lo schermo LCD della vostra fotocamera. Quindi, evitate semplicemente di guardare lo schermo, di rivedere le vostre fotografie e restate sempre allerta.
Allo stesso modo, molte immagini vengono perduti a causa della stanchezza: soprattutto quando le sessioni sono lunghe e molto statiche, si tende a deconcentrarsi ed a pensare al altro. Nuovamente cercate di restare lucidi, programmate sessioni che non siano troppo lunghe e scattate, scattate, scattate.
Nulla da fotografare? Ripensate la scena
Molto raramente, ma accade, può succedere che non ci sia nulla da fotografare. Può accadere che in una scena non accada nulla per tantissimo tempo o almeno non accade ciò che vi aspettate possa accadere. In questi casi può non avere senso perseverare, quanto piuttosto ripensare la scena: spostatevi, ripensate la composizione, cambiate totalmente l’obiettivo della fotografia che si vuole catturare, provate una nuova tecnica.
La fotografia perfetta: Giratevi
Avete presente la legge di Murphy? Ecco, non vale solo quando guardate lo schermo, ma anche quando decidete la scena da fotografare. Spesso l’azione si sviluppa dalla parte opposta, ovvero alle vostre spalle. Se quindi dopo un p’ di tempo non avete ottenuto ancora quello che cercate, semplicemente giratevi e osservate ciò che vi circonda. Potreste rendervi conto di qualcosa che vi è sfuggito.
Il soggetto secondario
Provate a fare una fotografia aggiungendo un altro elemento nella scena, ovverosia provate ad inserire nell’immagine un soggetto primario e uno secondario. Due soggetti in un’immagine potrebbero renderla molto più intensa: immaginate due persone che si relazionano in qualche modo o che hanno comportamenti opposti. Basta poco per rendere un’immagine unica.
La fotografia perfetta: L’attesa
Abbiamo ripetuto più volte che bisogna essere pazienti: la quantità di tempo trascorso alla ricerca e in attesa dello scatto perfetto può essere enorme.Non mollate mai ma aspettate e siate pronti allo scatto.
La fotografia perfetta: Infine…
Come con qualsiasi cosa, la pratica è l’unica cosa che realmente permette di fare la differenza. E questo vale sia per la fotografia sia per l’arte di osservare e cogliere i momenti salienti. Cercate di sviluppare le capacità di leggere le persone, anticipandone movimenti e azioni. Combinate questa capacità con quelle tecniche e siate pazienti, terribilmente pazienti. Nient’altro…fortuna a parte!