Fotografare le persone
è una delle esperienze che più gratificano un fotografo, che sia un ritrattista, un paesaggista o che sia specializzato in qualunque altra nicchia. Spesso fare foto si rivela un’ottima scusa per fare nuove amicizie ed esplorare una nuova cultura. Ci sono però luoghi in giro per il mondo dove alla gente non piace particolarmente essere fotografata. Come ci si comporta in posti del genere?
È difficile dire perché in alcune culture o in alcune regioni le persone non amino essere fotografate. Sapere esattamente il perché potrebbe evitarci un sacco di situazioni imbarazzanti, anche se individuare una motivazione precisa non è possibile, o probabilmente non esiste.
Fotografare le persone: Chiedere il permesso?
Un consiglio scontato che tanti fotografi e manuali forniscono a profusione è: chiedere il permesso prima di scattare una foto. Sono pienamente d’accordo nel caso si voglia fare un ritratto, ma spesso un fotografo che voglia catturare scene di vita quotidiana, nelle quali le persone sono solamente una parte della foto, non ne hanno la possibilità o il tempo. In questi casi infatti le immagini non riguardano esclusivamente le persone ritratte: rappresentano il momento, a volte il paesaggio. Ma la presenza di una persona è comunque necessaria per avere l’effetto giusto.
In questi casi, si possono seguire differenti approcci, ed in particolare due sono abbastanza comuni.
Se vi trovate per strada e un’attività si svolge di fronte a voi, una soluzione molto semplice è quella di rendersi visibile. Trovate un posto da cui la scena sia ben composta e attendete il momento propizio, senza però nascondere la macchina fotografica, facendo capire, in pratica, le vostre intenzioni (ovvero quella di fotografare). Non fate nulla di nascosto.
A volte, soprattutto in paesi dove la cultura è differente dalla nostra, la gente si irrita, fa cenni in segno di protesta e si copre i volti. In questi casi fate ovviamente di tutto per accontentarli e non includere chi non vuole nella foto. Non ha senso litigare o spiegare il vostro intento ad ogni singolo passante. Le persone hanno tutto il diritto di comportarsi come credono, ma anche voi avete il diritto di fare foto in un luogo pubblico. Sorridete e continuate a fotografare, fin quando non sarete soddisfatti e nessuno si sarà lamentato.
L’altro approccio che potete usare è quello, opposto, ovvero fotografare senza che la persona (o le persone) ne sia al corrente al momento dello scatto. Questo potrebbe rappresentare una questione morale per alcune persone, quindi fate sempre molta attenzione, in quanto potreste irritare più che scattando in piena vista. E sopratutto, se la persona che avete ripreso vi vede e si lamenta, o vi chiede di cancellare la foto, fatelo, siate sempre accondiscendenti in queste situazioni.
Pagare o non pagare?
Vi sono dei posti in cui fotografare le persone è più difficile, e dove queste chiedono un compenso in denaro in cambio di una foto. Potete rifiutarvi, sottolineando come stiate magari facendo foto documentarie, con l’intento di creare un ricordo visivo di culture e tradizioni ormai in disuso per le generazioni future. Probabilmente alcune persone alla fine vi accorderanno il loro permesso, permettendovi di fotografare loro e la loro vita, ma a molte altre non importerà minimamente dei vostri buoni propositi. Si tratta di persone opportuniste, focalizzate solo sulla possibilità di lucrare sul vostro lavoro.
Pagare per fare foto, personalmente, non la trovo una soluzione giusta. La cosa migliore, è pagare in maniera indiretta: per esempio, potete pagare in cambio di alloggio, oppure per dei prodotti artigianali o qualsiasi altra cosa essi abbiano da offrire…e in contemporanea scattare fotografie. Insomma, potete far considerare la foto come un servizio offerto a contorno di una prestazione più ampia, ovvero l’acquisto di un bene o un servizio.
Prima di pagare per fare una foto dovreste sempre chiedervi: “Quanto desidero quelle foto?” e “Se pago, che conseguenze avrà questo in futuro?”. E anche “Sono in grado di fare la stessa foto usando altri soggetti?”.
IL turismo di massa spesso annoia gli abitanti locali
Spesso, il motivo per il quale le persone non amano essere ripresi nelle foto è semplicemente dovuto al fatto che ogni turista con una macchina fotografica vuole scattarne una. Pur essendo comprensibile, esistono però posti, soprattutto nel sud-est asiatico, dove agli abitanti non dispiace (o addirittura amano) essere fotografati. Quindi, quando andate in giro, ricordatevi del problema del turismo di massa, magari riducendo al massimo le fotografie scattate alle persone ed evitando così di infastidirle ulteriormente.
I soggetti problematici
Alcuni reagiscono in modo eccessivo quando vengono fotografati, anche se non esiste una ragione particolare. In alcuni casi può accadervi che qualcuno vi insulti, o addirittura vi tiri dietro qualcosa.
La cosa più importante da tenere sempre a mente quando qualcuno reagisce spropositatamente è che, prima di tutto, non state commettendo nessun crimine. Non fatevi intimidire. Inoltre, non arrabbiatevi e non irritatevi al loro stesso modo. In fin dei conti gli stranieri siete voi, ed è più probabile che siete voi ad aver sbagliato e non loro. In questi casi comportatevi come lo “straniero impacciato”: se qualcuno si scalda particolarmente, sorridete, porgete le vostre scuse e offrite una stretta di mano. Tutte le situazioni, anche quelle più delicate, possono essere risolte con un approccio spensierato e un modo di fare positivo e soprattutto gentile. Ma soprattutto, attenzione alla cultura locale.
La cultura locale
Ci sono dei momenti imbarazzanti che sono inevitabili ed altri che invece possono essere evitati con qualche conoscenza generale sulle usanze locali. Ad esempio, in un paese molto conservativo, una donna potrebbe non reagire in modo molto amichevole se siete un uomo e vi avvicinate per fotografarla senza che sia presente anche suo marito. Qualche tempo fa, in paesi musulmani, fotografare una donna con il burka poteva portare addirittura alla galera, per quanto non fosse propriamente un reato. Per cui, ripeto, prima di fotografare qualcuno o qualcuna, informatevi sulla situazione locale, sulle usanze, sui modi di fare.
Guide
Nel mondo ideale, le guide sono il ponte tra voi e la cultura che volete fotografare. Nella realtà, questo è vero solo in parte. Molte guide sono spesso d’aiuto, soprattutto in ambito linguistico (al fine di evitare fraintendimenti con i soggetti che volete fotografare). Altre invece sono più interessate ai soldi e a prendere scorciatoie piuttosto che ad aiutarvi nel vostro scopo. Per questo motivo, chiedete il più possibile in giro per farvi raccomandare una guida o, ancora meglio quando è possibile, evitate le guide professionali facendovi al contrario accompagnare da una persona normale, un abitante come tanti: non è difficile da trovarne, spesso sono giovani che hanno voglia di viaggiare, esplorare il proprio territorio e a cui piace interagire con un straniero.
Fotografare le persone: Conclusioni
In fondo, fotografare le persone in paesi esteri dovrebbe essere un’esperienza positiva sia per voi che per la persona fotografata. Dovete sempre trovare il giusto limite entro il quale vale la pena fare una foto. Se le cose non vanno bene, quante offese siete disposti a tollerare, e quanto siete disposti ad importunare gli altri per una foto?
Articolo di Mitchell Kanashkevich, liberamente tradotto e riadattato da qui.
molto completo e chiaro …complimenti !!!