La normative relativa al volo dei droni è, o maglio era, differente da paese a paese (con l’Italia in prima fila tra le più stringenti). Per questo motivo era da tempo atteso un accordo al livello di Parlamento Europeo, accordo trovato lo scorso 12 Giugno in quel di Bruxelles. Il Parlamento Europeo ha infatti dato il via libera all’accordo del Novembre 2017 circa la regolamentazione del volo e degli operatori di droni, al fine di garantire un livello comune di sicurezza e a contribuire allo sviluppo di prodotti e servizi. Va detto comunque che siamo ai principi fondamentali, e non ad un vero documento tecnico.
La prima norma che salta all’occhio è quella relativa alla fase costruttiva dei droni stessi: in base al rischio che può generare nelle persone (rischio legato a peso, all’area operativa e via discorrendo), il drone deve essere dotato di specifiche caratteristiche di sicurezza quali sistemi di anticollisione o atterraggio automatico.
Nuove regole anche dal punto di vista di chi i droni li pilota: gli operatori avranno l’obbligo di essere a conoscenza di tutte le regole di sicurezza in vigore, oltre ad operare in piena sicurezza. L’abilitazione al volo, quindi, potrebbe passare per dei corsi di formazione e rispettivo “patentino”.
Limitatamente a droni dal fattore di rischio alto (quindi queste norme non si applicano ai droni di piccole dimensioni, ma vedremo meglio in seguito) Gli operatori di volo dovranno essere iscritti in un Registro Nazione, così come il drone dovrà essere contrassegnato (targato!) per l’immediata identificazione del corripondente operatore.
Fatti i principi fondamentali, rimane ora da lavorare sulle norme dettagliate: un lavoro che impegnerà la Commissione Europea nel prossimo futuro. Aspettatevi limitazioni in termini di altitudine, distanza dall’operatore, operazioni consentite ma sopratutto la definizione del famoso Rischio che andrà a classificare tutti i droni presenti (e futuri) sul mercato (e che costringerà alcuni operatori a richiedere un patentino ad hoc)
L’accordo provvisorio è stato approvato con 558 voti favorevoli, 71 contrari e 48 astensioni. Le norme dovranno ora essere formalmente approvate dai ministri dell’UE, prima che la legislazione possa entrare in vigore. Ma soprattutto restiamo in attesa delle vere regole, al fine di capire quali droni potranno essere utilizzato a scopo ludico e quali no (attenzione che il rischio di dover rinunciare al proprio “giocattolo” non è proprio basso, c’è da scommettere che alcuni velivoli attualmente nelle mani degli utenti dovranno essere aggiornati – se possibile – o peggio messi in cantina).
Ultima nota: il Parlamento Europeo fa notare come il mercato relativo ai droni civili sta crescendo in maniera esponenziale, e ci si attende che nei prossimi 10 anni vada a coprire il 10% del mercato dell’aviazione dell’UE, con oltre 15 miliardi di fatturato annuo, con oltre 150 mila nuovi posti di lavoro creati da qui al 2050.