Slow Sync
. Normalmente, quando si usa un flash interno o esterno che sia, il lampo è sincronizzato sulla prima tendina. Quando però c’è bisogno di effettuare la foto di una scena debolmente illuminata si può però modificare questa sincronizzazione, “spostandola” sulla seconda tendina. In questo modo il lampo del flash attenderà la chiusura dell’otturatore.
la sincronizzazione sulla seconda tendina, detta anche Slow Sync, permette non sono di catturare l’immagine illuminata dal lampo ma anche di leggere l’esposizione dello sfondo: immaginiamo di fotografare un tramonto, con il sole quasi scomparso o una città illuminata. Immaginiamo anche di voler catturare un soggetto in primo piano: se sparassimo con il flash esporremmo correttamente la persona in primo piano ma otterremmo uno sfondo nero (niente città o tramonto). Se fossimo dotati di un super flash e lo usassimo al massimo della potenza, potremmo magari catturare lo sfondo, ma irrimediabilmente sovraesporremmo la persona in primo piano. Lo Slow Sync permette di risolvere proprio questo problema: in questa modalità il flash emetterà il lampo e, contemporaneamente, l’otturatore rimarrà aperto per un tempo decisamente maggiore al fine di catturare non solo il primo piano illuminato dal lampo ma anche lo sfondo (il maggior tempo ci permette di migliorare l’esposizione dello sfondo, ovviamente nei “limiti” dell’illuminazione ambientale). Per rendere l’idea, osservate questa fotografia:
Se avessimo usato il flash sincronizzato sulla prima tendina, lo sfondo sarebbe apparso decisamente più nero, sottoesposto. E addio tramonto. Sincronizzando sulla seconda tendina, il flash ha illuminato i soggetti che risultano correttamente esposti (la luce del flash è comunque tarata in modo tale da non sovraesporre i soggetti) e contemporaneamente lo sfondo ha potuto inviare una quantità maggiore di luce al sensore in quanto lo stesso è rimasto aperto più a lungo.
Ovviamente occhio ai movimenti: lo slow sync è soggetto al mosso proprio per il tempo di esposizione maggiore. Questo problema però può essere girato a nostro vantaggio: fotografare con il flash di solito significa “congelare” il soggetto. Con lo Slow Sync possiamo catturare il movimento anche con il flash, anche se in un modo tutto particolare: nella foto di seguito un esempio pratico un cui viene catturato il movimento della mano (dovuto alla lunga apertura) ma contemporaneamente la mano stessa (e la carta) sono “ferme” e ben definite a causa del lampo che ha congelato il momento.
Vediamo adesso un problema di velocità legato alla sincronizzazione sulla prima tendina che viene corretto proprio grazie alla sincronizzazione sulla seconda tendina. Per meglio comprendere la situazione, facciamo un esempio pratico.
Quando facciamo uno scatto senza il flash, abbiamo la prima tendina che dall’alto si sposta verso il basso scoprendo il sensore. Esisterà anche un momento in cui il sensore sarà completamente scoperto. Dopo un certo lasso di tempo, si muove la seconda tendina che andrà a chiudere il sensore.
Quando scattiamo con il flash e come abbiamo detto in precedenza , il lampo viene emesso quando la prima tendina ha scoperto del tutto il sensore. Il sensore rimane scoperto a questo punto per tutto il tempo regolato sull’otturatore e quindi si muove la seconda tendina che andrà a chiudere il sensore.
Ipotizziamo di avere regolato la durata dell’otturatore su mezzo secondo (1/2) e che il flash duri 1/1000 di secondo: abbiamo un tempo di scatto cinquecento volte più lento di quello del lampo di luce. Durante l’esposizione del sensore alla scena, una parte del tempo (la prima parte!) sarà illuminata mentre altre 499 parti saranno al buio.
Immaginiamo adesso una macchina con le luci accese che durante lo scatto si muove da sinistra verso destra. L’auto sarà illuminata a sinistra (alla partenza) durante la prima parte del tempo e verrà immortalata (il flash la rende “visibile” al sensore). Durante le restanti 499 parti il flash è spento ed il sensore riuscirà a vedere solo i fari dell’auto. essendo l’auto in movimento da sinistra verso destra, ci troveremmo ad ottenere questa foto:
La scia dei fari è al contrario in quanto l’auto si è mossa mentre l’otturatore era aperto ma il flash spento. L’auto, al contrario, è stata immortalata nel primo istante della foto.
Questo problema lo si risolve sincronizzando il flash sulla seconda tendina. Nella medesima situazione, avremmo le prime 499 parti in cui il sensore cattura l’immagine buia (e quindi solo la scia luminosa) mentre il flash scatta nell’ultima parte, la numero 500, essendo tarato per emettere il lampo un attimo prima che parta la seconda tendina.
L’effetto è più naturale: la scia è “dietro” l’autovettura ma la stessa è immortalata alla fine della corsa, quindi a destra.