In commercio esistono una quantità notevole di flash esterni, di varie marche, potenza, con diverse funzioni e soprattutto con differenti prezzi. A questi vanno aggiunti i flash incorporati che nelle reflex sono chiamati pop-up (sono tutte lampade allo xeno).
Il flash è la croce e la delizia del fotografo: odiato in maniera viscerale il flash interno della macchina fotografico ed, al contrario, amato quello esterno.
Il fotografo Scott Kelby, qualche tempo fa, diede una definizione quanto mai perfetta per il flash interno:
il flash integrato nella macchina fotografica è studiato per uno scopo: creare la luce più piatta, sgradevole e dura che l’uomo moderno abbia mai realizzato. Se ce l’avete con qualcuno, riprendetelo con il flash integrato della fotocamera e pareggerete il conto
Kelby in pratica riassume i poche parole quelli che sono gli svantaggi del flash pop-up:
- Partendo dal presupposto che più piccola è la superficie di irradiazione e più dura è la luce (lo si vede osservando una torcia – luce dura – e con una lampadina – luce morbida – ), il flash pop-up emette una luce particolarmente dura essendo molto limitato come dimensione.
- A causa della posizione (immediatamente sopra l’obiettivo), la luce del flash pop-up “appiattisce” la fotografia (di fatto vengono cancellate anche buona parte delle ombre presenti sul nostro soggetto in maniera uniforme), togliendo del tutto o quasi la dimensionalità “simulata” con i giochi di ombre o di linee.
- Il flash pop-up ho lo sgradevole inconveniente (corretto ora direttamente in fase di scatto) di riflettersi negli occhi del soggetto: questi come conseguenza apparirà con gli stessi rossi.
- Essendo di piccole dimensioni, la sua portata è particolarmente limitata, al massimo un paio di metri. Dimenticatevi zoom o possibilità di allontanare il soggetto dal vostro obiettivo
Al contrario, passando all’unità esterna, i vantaggi di quest’ultima sono più o meno gli svantaggi del flash pop-up “ribaltati”:
- la luce emessa dal flash è direzionabile
- la superficie di irraggiamento è decisamente grande (dipende dal flash in ogni caso)
- si può direzionare la luce sul soffitto o sui muri in modo da ottenere l’effetto rimbalzo (illuminazione non diretta)
- essendo montato molto più in alto rispetto all’obiettivo non ha un effetto appiattimento (nel caso di illuminazione diretta) marcato e non genera occhi rossi
- Possiamo controllare la potenza del flash in pochissimi istanti e quindi gestire meglio la situazione
- La sua portata è maggiore anche se siamo sempre limitati, nel caso di flash potenti, a circa 5 metri.
Un altro vantaggio del flash esterno è che questo non necessariamente deve essere montato sulla testa della macchina fotografica (chiamata slitta): impiegando un semplice remotizzatore (wireless o cavo che sia) può essere posizionato anche a notevole distanza dal corpo macchina e comandato dal pulsante di scatto. In questo modo abbiamo la possibilità di generare la luce da un punto differente e “simulare”, per esempio, la luce di una finestra o generare delle ombre ad hoc in determinate parti della figura del soggetto.
L’uso del flash esterno ha però anche altri vantaggi. Un esempio è fare in modo che la luce generata vada a fondersi in maniera naturale con la luce dell’ambiente, evitando che lo sfondo sia particolarmente sottoesposto rispetto alla figura in primo piano. Questo tipo di operazione viene definita slow sync: si effettua una fotografia tarando un tempo di scatto lungo (prima di tutto leggiamo l’esposizione misurata sul soggetto in modalità program, quindi passiamo in manuale e aumentiamo il tempo dell’otturatore in modo da guadagnare la corretta esposizione del fondo). In questo modo lo sfondo, per via del maggior tempo in cui l’otturatore è aperto, risulterà esposto in maniera corretta. Ed anche il primo piano risulterà non solo esposto correttamente ma anche non mosso: il “freeze” del soggetto in primo piano verrà garantito proprio dal lampo del flash (la maggior quantità di raggi luminosi giungerà al sensore proprio durante il lampo del flash).
L’altra caratteristica fondamentale, come detto prima, è il fatto che la luce del flash esterno può essere ulteriormente ammorbidita rispetto a quanto non farebbe “puntando” direttamente il soggetto o rispetto al flash pop-up. Questo può essere fatto usando una specie di cappuccio (un diffusore) semitrasparente (si può fare anche con il flash pop-up, purtroppo l’attenuazione della luce è troppo elevata rendendolo quasi inutile) o “puntando” il flash in un’altra direzione ed utilizzando la luce di rimbalzo.
Spesso e volentieri i fotografi, soprattutto in studio o all’interno, dirigono la testa del flash verso l’alto: in questo modo i raggi luminosi rimbalzano sul soffitto e quindi colpiscono il soggetto. I raggi, dato il percorso e la riflessione, saranno più larghi, quindi più “morbidi”. Inoltre, per il tipo di illuminazione che si crea (dall’alto) vengono anche cancellate molte delle ombre che otterremmo se sparassimo il lampo direttamente verso il soggetto da riprendere. Ovviamente questa tecnica è possibile se siamo in presenza di un soffitto non troppo alto (3 metri massimo) e possibilimente bianco. In caso non fosse bianco avremmo due problemi: l’attenuazione dovuta al colore e il bilanciamento del bianco scorretto. Entrambi però compensabili con l’aumento della potenza dell’apparecchio e con un bilanciamento del bianco ad hoc (tramite fotografia per esempio) o in post produzione.
Il trucco del rimbalzo della luce sui muri vale solo in ambienti chiusi e piccoli ma può essere applicata anche in esterno o in grandi spazi.
Una prima soluzione è quella di usare dei pannelli riflettenti da sistemarsi vicino al soggetto (fuori dall’inquadratura ovviamente!). Questi pannelli fungono da “muro” facendo rimbalzare la luce del flash. Una seconda soluzione è quella di usare un pannello diffusore posto tra il flash e il soggetto (a circa 30 centimetri): la luce, passando per il diffusore, si ammorbidirà parecchio, quindi occhio a tarare correttamente la potenza del flash. Una terzo sistema è quello più bello esteticamente ed è l’ombrello riflettente. Flash e ombrello sono posizionati su uno statore (un cavalletto), il flash direzionato all’opposto del soggetto. La luce colpisce l’ombrello che la riflette, molto più Quandiffusa verso il soggetto, permettendo di avere un effetto decisamente migliore.
Quando si lavora con un flash ci sono altre cose da tenere a mente: il flash ha un proprio angolo di copertura massimo. Cercate l’angolatura massima sul manuale se non volete trovarsi delle sorprese: se fotografiamo una scena più ampia dell’area coperta, ci ritroveremmo con i bordi fortemente sottoesposte. Il colore del flash è intorno ai 5500K: ricordatevi il bilanciamento del bianco ed occhio a combinare luce flash e luce artificiale.