Abbiamo già accennato come una grande categoria degli illuminatori sia quella degli illuminatori da studio: ingombranti, pesanti e ad alto consumo energetico, sono l’ideale per illuminare in maniera uniforme oggetti e soggetti e, al contempo, non sono utilizzabili quasi mai in esterno o quando si ha a a disposizione poco tempo per preparare la scena.
La prima cosa da puntualizzare è che esistono due tipi di illuminatori: quelli a luce continua e quelli a lampo (che assomigliano ai flash in quanto a luce prodotta, li vedremo in seguito).
Illuminatori a luce continua
Ne esistono di due tipi: illuminatori a luce diffusa (in gergo anche diffusori), illuminatori a luce concentrata, i banks.
Gl illuminatori a luce diffusa sono caratterizzati da uno specchio metallico, a semisfera, posizionato dietro la lampada. La stessa lampada è di solito “coperta” da uno specchio in modo da evitare un fascio diretto e la luce che viene emessa dal diffusore sarà, appunto, esclusivamente diffusa.
Gli illuminatori a luce concentrata emettono la luce direttamente verso il soggetto, con un fascio più o meno stretto (le alette laterali sono utilizzate anche per dirigerlo o ridurlo). Questo tipo di illuminatore ha una caratteristica: la lente a cerchi concentrici (detta lente di Fresnel). Questa lente è necessaria per evitare che la dilatazione del vetro dovuta alla temperatura distorca i raggi luminosi. Esistono illuminatori a luce concentrata dotati anche di più lenti, i sagomatori, il cui scopo è quello di modellare la luce e permettere al fotografo di ottenere un controllo ancor maggiore della fonte luminosa.
I banks sono degli illuminatori molto ampi, la cui caratteristica è quella di emettere l’illuminazione, appunto, tramite una superficie decine di volte superiore a quella delle due categorie viste in precendenza. Il bank (anche chiamato soft bank) può essere caratterizzato da una sola lampadina centrale (o sistemata alle estremità) ed una superficie “biancastra” (il vero e proprio diffusore) oppure, nelle versioni più moderne e risparmiose, da un insieme di Led a basso consumo equamente distribuiti sulla superficie del bank stesso. La luce emessa è normalmente molto morbida.
Caratteristiche degli Illuminatori
Un illuminatore è caratterizzato da una serie di caratteristiche che ne definiscono, oltre al range di azione, anche il prezzo finale. La prima e più importante è sicuramente la Potenza, espressa in Watt. Una potenza maggiore non necessariamente significa illuminazione maggiore: le lampade a risparmio energetico sono infatti in grado di produrre una maggiore luminosità (espressa in lumen, lm) rispetto ad una lampada con il classico filamento ad incandescenza, oltre a generare una luce relativamente fredda. Il discriminante per le lampade è definito efficienza: il rapporto tra la luce prodotta nello spettro del visibile e la quantità di potenza assorbita. Maggiore è l’efficienza (lm/w) migliore sarà la qualità della nostra lampada.
Quando acquistate una lampada fate molta attenzione alla tensione di alimentazione: se l’intento è quella di usarla esclusivamente in ambienti chiusi (quali uno studio), vi orienterete su una tensione classica da 230V. Al contrario, se l’intento è usarla anche all’esterno, ha più senso una tensione a 24V o 12V in modo da poterla alimentare con delle batterie portatili.
Altri parametri importanti sono l’intensità di illuminazione ( misurata in candele (cd), è la quantità di energia luminosa che viene emessa da una data sorgente) , il flusso (in lumen, è l’energia luminosa rilevata in un determinato punto), l’illuminamento (lx= lm/m2, è il rapporto tra il flusso ricevuto da una superficie e l’area della superficie stessa), la temperatura del colore della lampada (normalmente variano tra 3200°K o di 5600°K, almeno le professionali) nonché lo spettro di energia (le lunghezze d’onda che sono emesse dalla lampada e l’energia ad esse associate).
Tipo di lampada
Anche il tipo di lampada usata nell’illuminatore è particolarmente importante. Queste possono essere ad incandescenza, fluorescenti o a scarica, esattamente come nell’uso quotidiano. Non troveremo di certo lampadine ad incandescenza tradizionale: ben prima del divieto di commercializzarle erano state soppiantate dalle lampade alogene, in grado di produrre un’illuminazione decisamente maggiore con un’occupazione (in termini di dimensioni) pari a giusto una frazione. Queste lampade vengono spesso etichettate come lampade al quarzo o al quarzo-iodio in quanto il bulbo è, appunto, realizzato in quarzo: questo perché la temperatura di queste lampade è alquanto alta: i 700° non sono rari da raggiungere.
Le lampade alogene hanno il vantaggio di essere molto piccole, scaldano tantissimo e raggiungono potenze di oltre 2Kw. Il loro costo non è alto ma hanno un’efficienza decisamente scarsa: si attestano sui 25lm/W. Lo spettro del colore è piuttosto uniforme.
Nell’ambito delle lampade fluorescenti rientrano tutte quelle che, nel gergo, definiamo a “risparmio energetico”, neon compresi. Lo svantaggio principale è lo spettro del colore: non è uniforme e presenta dei picchi neri. Anche le dimensioni ed il prezzo sono superiori alle precedenti lampade ma hanno il vantaggio di avere un’efficienza molto ampia e, di conseguenza, scaldano di meno e costano, in esercizio, decisamente meno.
La loro evoluzione, anche se tecnologicamente parliamo di qualcosa di differente, sono le lampade a LED: ancora troppo poche potenti per sostituire gli illuminatori tradizionali, ne troviamo ampio uso nei bank di ultima generazione dove a contare è più la diffusione e l’omogeneità della luce che la potenza. La loro efficienza è quasi massima: la quantità persa verso l’infrarosso o ultravioletto è minima.
Le lampade a scarica o HMI sono decisamente legate al settore professionale: basate su un gas ionizzato non hanno problemi di vecchiaia (almeno non paragonate alle alogene) ma hanno un costo altissimo e potenze che possono raggiungere i 10Kw. Necessitano di un alimentatore esterno. Occhio ala bolletta!