La disposizione delle luci in uno studio fotografico è fondamentale per riuscire ad ottenere il risultato atteso: la mancanza di ombre, la luminosità del soggetto o, al contrario, un particolare gioco di chiaroscuri.
Il vantaggio dello studio fotografico è quello di permettere, al fotografo, di sistemare il tutto in modo da poter riutilizzare in altre occasioni la medesima configurazione o permettere il cambio tra configurazioni in maniera molto rapida: ricordo che nei primi mesi avevo attaccato al muro una serie di differenti “set” in funzione di particolari esigenze come il ritratto senza ombre, lo still life e così via. Poi, con il passare del tempo, sistemare le luci in un modo piuttosto che in un altro è divenuto praticamente automatico.
La prima cosa che un fotografo fa, quando alleste uno studio fotografico, è eliminare le finestre: la luce naturale, per quanto possa essere piacevole, è il male. L’unica luce che ci interessa è quella artificiale in quanto totalmente controllabile. Ecco perché moltissime persone allestiscono i loro studi nelle cantine: lì, di luce naturale, proprio non ne arriva. Ipotizziamo ovviamente che siate già in possesso di luci da studio, diciamo dei faretti alogeni la cui potenza è compresa tra i 300 ed i 1500W, o alternativi (a parità di lumen) con lampade a fluorescenza.
Altra cosa che do per assodato è che, nel vostro studio, siate dotati di statori (se necessari) e di un fondale. Se siete stati particolarmente bravi, avrete anche nascosto i cavi elettrici che alimentano le lampade per evitare che qualcuno ci inciampi: una soluzione è usare gli “scivoli” da pavimento.
Una prima configurazione è quella relativa al set da ritratto. Per quanto si potrebbe alleggerire l’attrezzatura per contenere la spesa, la soluzione migliore è la seguente:
Sono stati impiegati un softbox più altri 3 flash di cui nessuno diretto verso il soggetto: i due posteriori fanno rimbalzare la luce sul fondale mentre l’anteriore su un pannello di polistirolo. Il risultato è il seguente, con la totale assenza di ombre.
Nel caso di un set di still life, una soluzione può essere la seguente:
Nel set da still life sono stati utilizzati un diffusore dinanzi all’oggetto da fotografare ed un lampeggiatore direzionato verso il fondale. La luce del fondale, diffusa verso l’oggetto, viene ulteriormente diffusa dai due pannelli laterali (rifrettenti) in modo da cancellare in modo uniforme le ombre su ambo i lati. Ed ecco il risultato:
Leggermente differente la sistemazione delle luci nel caso in cui il fondale non sia più bianco ma si opti per uno schermo colorato o, meglio ancora, nero (set da ritratto nero):
Il numero di luci è stato ridotto a solo 4, due necessarie per la cancellazione delle ombre sul soggetto e due, soft per l’illuminazione dalla parte frontale. Ovviamente con un set nero non si ha la possibilità di usare la luce di rimbalzo così come non si ha il problema della creazione di ombre sul fondale. Il risultato è il seguente:
Un set per foto low key sarà ancora più semplice: al fondale nero andrà infatti associato un solo illuminatore, anche non potentissimo. Uno studio del genere:
E’ in grado di farci scattare una foto del genere:
Passiamo ora ad osservare alcune situazioni che possono generarsi all’aperto: una situazione classica è quella della fotografia con il sole posizionato dinanzi al soggetto e quindi più o meno di fianco al fotografo (set all’aperto). In questa situazione è importante ammorbidire le ombre create dal sole e l’utilizzo di una sola lampada da esterno, posizionata ortogonalmente al sole (in quanto a raggi) può essere la soluzione:
Ed ecco il risultato:
La luce del sole ha permesso di avere anche un’esposizione perfetta del fondo, mentre il soggetto è stato illuminato dalla fonte artificiale.
Anche un set per foto in controluce non è particolarmente impegnativo: come abbiamo visto nei precedenti articoli, in questi casi è fondamentale essere in grado di cancellare l’effetto silhouette colpendo il nostro soggetto con una fonte luminosa artificiale. Nel caso di sole basso e particolarmente luminoso, l’uso di due illuminatori può essere la soluzione giusta:
Ecco il risultato ottenuto con la configurazione visualizzata nello schema di sopra (notate i flare e i raggi luminosi presenti nella foto, dovuti all’esposizione diretta del sole):
Un set di ritratto da esterno può essere realizzato con l’uso solo di un riflettore: il trucco è posizionare nuovamente il sole alle spalle del soggetto e far riflettere i suoi raggi su di un riflettore posto di fianco alla macchina fotografica (ovviamente il sole non deve essere troppo basso). In questo modo avremo un’illuminazione uniforme del viso del soggetto e nessuna zona sottoesposta o coperta da ombre.
Un altro caso molto interessante è quello del set fotografico dove la luce diretta è limitata: è il caso di un interno con una finestra dalla quale filtra una gran quantità di luce solare. In questo caso, senza l’uso di flash, avremmo dei forti giochi di chiaroscuro e parecchie zone sottoesposte. La soluzione è creare qualcosa del genere:
Il riflettore ci permette di “riutilizzare” la luce che filtra dall’esterno mentre l’illuminatore ci permette di esporre correttamente il soggetto (la parte inquadrata sarebbe comunque troppo poco illuminata).
Se siete a caccia di configurazioni di luce o set fotografici per delle situazioni particolari, o anche semplicemente avete voglia di crearvi un breviario con i set fotografici da usarsi all’occorrenza, vi consiglio una visita a Lighting Diagram: questo sito web, del tutto gratuitamente, permette di disegnare il proprio set fotografico (tutti gli schemi usati in questo articolo sono stati creati su Lighing diagram) e di renderlo disponibile alla comunità con associata la fotografia ottenuta con quel particolare set fotografico.
Complimenti per l’articolo, molto utile.