Qualche giorno fa abbiamo pubblicato la notizia relativa ad una legge in discussione nella giornata odierna presso il parlamento Europeo, relativa al cosiddetto divieto di panorama, ovvero la necessità di chiedere preventivamente l’autorizzazione, per poter pubblicare uno scatto panoramico di una città, all’autore dell’opera d’arte o d’architettura contemporanea collocate nello spazio pubblico e presente nella immagine catturata.
Le polemiche erano state tantissime in quanto questa possibile legge avrebbe colpito non solo i grandi giornali e riviste, ma anche i semplici blog su cui è presente un banner pubblicitario ed addirittura i siti social quali Facebook, Twitter, Instagram e via dicendo, essendo su questi siti presente una qualche forma di pubblicità, ovvero di guadagno.
Fortunatamente, il disegno di legge non è passato, almeno non nella sua interezza. Il Parlamento Europeo riunitosi a Strasburgo ha infatti rimosso dal disegno di legge il punto 46. La conferma di quanto scritto la potete trovare sia direttamente sul sito del Parlamento Europeo, sia nelle dichiarazioni di membri del parlamento stesso, come Günther Oettinger che ha confermato come [..]le persone possono continuare a scattare foto di quello che vedono in luoghi pubblici”[..]. Per la cronaca, lo stralcio del punto 46 è stato votato a larghissima maggioranza, con solo 40 dei 751 deputati che hanno votato a favore.
Se da una parte il popolo dei fotografi può tirare un sospiro di sollievo, dall’altra non può sorridere: un ulteriore emendamento della eurodeputata olandese Marietje Schaake non è stato accolto. Emendamento che avrebbe di fatto esteso la libertà di panorama a tutti i paesi della Comunità Europea.
Commenti a supporto a questa votazione si possono trovare anche sul sito web di un altro eurodeputato (Reda) che scrive: “[..] la maggior parte degli europei continuerà ad essere in grado di pubblicare selfies online e visualizzare le foto di edifici famosi su Wikipedia non gravate da diritti d’autore.”
Anche il responsabile alle relazioni esterne a Wikimedia UK (Wikimedia avrebbe dovuto cancellare circa 40.000 immagini se la legge fosse passata), Stevie Benton, ha commentato non senza una nota polemica circa l’emendamento della Schaake non passato: “Anche se mi sarebbe piaciuto che la libertà di panorama fosse estesa a tutti gli stati membri della UE, sono lieto che l’emendamento per introdurre l’eccezione non-commerciale è stato eliminato”.
Il motivo della dichiarazione di Benton così come della proposta della Schaake sono da ricercasi nelle leggi in vigore presso i singoli stati dell’Unione: sapete per esempio che il divieto di panorama esiste già in nazioni come la Francia o la Grecia?
Ma soprattutto sapevate che lo stesso divieto (o meglio simile) esiste anche nel nostro paese, l’Italia? L’emendamento cancellato avrebbe di fatto costretto i paesi evidenziati in rosso nella cartina qui sopra a rivedere le proprie leggi sul copyright, rendendo libero, di fatto, il diritto di panorama.
Attenzione, in ogni caso, ad un particolare: la Comunità Europea non legifera in senso stretto ma detta delle linee guida che i vari paesi dovrebbero applicare, con le loro modalità ed i loro tempi. Ciò significa che non è detto che paesi quali la Spagna, che permettono al momento una piena libertà di panorama, non decidano di introdurre una norma atta a limitarla o impedirla, non essendoci alcuna linea guida Europea (la proposta della Schaake cancellata, appunto) che ne impedisce l’introduzione.
Ultima nota: la legge votata dal parlamento Europeo (passata per inciso con 445 voti favorevoli, 65 contrari e 32 astenuti) vieta l’uso delle immagini di opere d’arte e di architettura contemporanea a fini commerciali. Se andate nel regolamento di Facebook ed in particolare al punto 2.1, troverete questo testo: Per quanto riguarda i contenuti protetti dal diritto di proprietà intellettuale, ad esempio foto[..], l’utente ci [a Facebook, ndr] concede le seguenti autorizzazioni[..]: l’utente ci [sempre a Facebook] fornisce una licenza non esclusiva, trasferibile, che può essere concessa come sottolicenza, libera da royalty e valida in tutto il mondo, che consente l’utilizzo dei Contenuti[..]pubblicati su Facebook o in connessione con Facebook[..].
Chi vi garantisce che Facebook non usi la vostra immagine per scopi commerciali? Se mai dovesse farlo, il problema con la legge sarebbe il vostro. Occhio!
Per quanto riguarda l’Italia, viste le svariate domande ricevute, puntualizzo che ad essere vietato ovviamente non è lo scatto in se (la copia privata è ovviamente possibile), ma la pubblicazione di scatti in cui siano presenti opere d’arte/architettoniche. A sancirlo è l’articolo 70.1 della legge 633 del 22 Aprile 1941. Nel comma successivo, il 70.1 bis, viene comunque permessa la pubblicazione di dette immagini in alcuni casi (uso didattico o scientifico) se a bassa risoluzione e comunque sempre senza scopo di lucro.
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