La realtà virtuale e la realtà aumentata sono arrivate soltanto da pochi anni nelle case di milioni di persone e dovranno passare attraverso molti step evolutivi per esplicare il loro massimo potenziale. Ciò nonostante, già oggi stiamo assistendo alle prime applicazioni in moltissimi settori: dal gaming alla fotografia, passando per l’automotive, fino alla sanità, sono diversi i campi in cui VR e AR stanno modificando i canoni e le pratiche di lavoro. Oggi proveremo a concentrarci sulla fotografia digitale e tenteremo di capire in che direzione queste nuove tecnologie porteranno la produzione e lo sviluppo delle immagini.
Se la VR è da sempre associata al campo ludico e al gaming online in cui il trend è verso esperienze di gioco sempre più coinvolgenti e immersive, maggiori opportunità di sviluppo per la fotografia potrebbero arrivare dalla realtà aumentata, soprattutto per quanto riguarda l’immagine e i video a 360 gradi. Già oggi i tour immersivi realizzati con la sovrapposizione di più fotografie e con tecniche simili al time-lapse sono all’ordine del giorno, benché vengano realizzati principalmente da grandi aziende e realtà economiche importanti. Fra qualche anno questa opportunità potrebbe davvero essere alla portata di tutti.
Intanto è già possibile scaricare Blocker, un app nata per aiutare i fotografi a pianificare gli scatti successivi. Cerchiamo di capire meglio come funziona. Una volta scaricato, il programma ci mette a disposizione una serie di oggetti (persone, macchine, cartelli stradali, ecc..) da applicare all’ambiente della nostra fotografia. Un aiuto di visualizzazione importante per chi scatta e per chi ha bisogno di allestire un vero e proprio set. Ma c’è di più: con Blocker l’autore della foto avrà sempre la possibilità, una volta piazzato l’oggetto, di muoversi intorno a esso in tempo reale, valutando la scena da angolazioni diverse. E non solo. L’app permette anche di simulare la posizione del sole e le varie illuminazioni possibili. Il tutto con oltre 400 diversi modelli di macchina fotografica tra cui scegliere per effettuare lo scatto e con la possibilità di modificare lunghezza focale dell’obiettivo e dimensioni del sensore.
Al momento presente sul mercato per una cifra che si aggira intorno ai 50 dollari, Blocker, seppur con i suoi difetti e le sue imperfezioni, lascia intravedere un filone interessante di sviluppi e possibili applicazioni future in vari settori, da quello puramente fotografico a quelli della sanità, della sicurezza e delle indagini delle forze dell’ordine.
Non mancheranno possibili sviluppi anche per la realtà virtuale. In rete vengono pubblicate ogni giorno centinaia di immagini modificate. La realtà virtuale potrà cambiare le sorti della fotografia, introducendo nuove funzionalità e nuovi stili e accelerando il processo di integrazione tra video, audio e immagine. Con i visori di ultima generazione potremo aggiungere ai nostri video effetti particolari e foto panoramiche e potremo migliorare l’interattività tra prodotto e utente.
La rivoluzione della realtà virtuale è arrivata anche sui social network dedicati alle immagini. Un esempio su tutti quello di Flickr VR. Grazie alla diffusione globale dei visori e allo sviluppo di nuovi dispositivi come OZO di Nokia, una macchina fotografica e videocamera dedicata alla realizzazione di immagini per la VR, la piattaforma si è aperta alla realtà virtuale e alle fotografie a 360 gradi. In un primo momento sono state “convertite” soltanto immagini di panorami ma è facile ipotizzare che in brevissimo tempo il nuovo formato venga esteso e reso compatibile per ogni dispositivo e utente.
Un ulteriore passo verso il futuro potrebbe arrivare grazie a Google e alle nuove sperimentazioni relative alla fotografia Light Field. Lo scorso anno il Team VR dell’azienda californiana ha iniziato a lavorare su questo tipo di fotografia reso celebre da Lytro e dalle sue macchine futuristiche. Il meccanismo è all’apparenza semplice: il mezzo tecnico non si limita più a catturare i raggi luminosi che entrano nell’obiettivo ma tutti i raggi presenti sulla scena provenienti da tutte le possibili direzioni.
Al momento Google sta testando un nuovo paradigma basato su 16 fotocamere installate su un arco circolare che ruota su un piano trasversale e sta cercando di rendere questa tecnologia più accessibile a livello economico e tecnologico. Per farsi un’idea dello stato dell’arte è sufficiente scaricare l’app “Welcome to Light Fields” che presenta alcune immagini realizzate all’interno dello Space Shuttle Discovery.
E se molto è già cambiato e molto cambierà dalla parte di chi scatta le foto, la rivoluzione tecnologica investirà anche la fruizione delle immagini. Nel futuro non ci troveremo più davanti a foto in 2D da guardare su carta o sullo schermo di un computer ma “entreremo” nelle immagini grazie ai visori di realtà virtuale, potremo esplorare le scene immortalate, interagire con esse e magari rivivere i suoni e i movimenti presenti al momento dello scatto. Una vera e propria rivoluzione copernicana che trasformerà lo spettatore in un vero e proprio attore sulla scena.