Quando si viaggia, magari durante una gita in pullman, spesso si scattano veloci fotografie attraverso il finestrino. Oppure capita che si voglia immortalare un oggetto posto dietro una teca o un vetro di protezione.Quante volte è capitato, per esempio, di salire in cima ad un palazzo molto alto e essere costretti a fotografare dietro a vetri che non possono essere aperti?
Tutte le volte che si scatta una fotografia dietro ad un vetro, però, c’è un’insidia che, spesso, si manifesta in modo evidente solo il fase di post processing: i riflessi.
Evitare i riflessi non è, in fin dei conti, una cosa particolarmente complicata: l’importante è ricordarsi che ogni qual volta un vetro è posto tra noi ed il soggetto, dobbiamo prendere alcuni accorgimenti.
La parola d’ordine è differenza di illuminazione: la zona alle spalle della macchina fotografica deve essere necessariamente più scura della zona verso cui stiamo puntando l’obiettivo.
Nel caso in cui non possiate spegnere la luce, procuratevi una maglietta o un panno di color nero. Avvolgetelo intorno alla lente in modo da creare una specie di “tunnel” tra la vostra lente ed il vetro stesso. In questo modo eviterete che la luce filtri lateralmente, creando riflessi. Lo stesso risultato lo potreste ottenere con delle tende a patto che queste non siano lucide e sufficientemente pesanti (tipo le tendine che si trovano negli autobus). In questo caso chiudetele e infilate il vostro obiettivo nel punto di congiunzione facendo in modo che, tutt’intorno alla lente, la tenda sia il più aderente possibile.
Un altro modo per ridurre al massimo i riflessi è quello di posizionare la lente stessa il più vicino possibile al vetro ma occhio a non avvicinarvi troppo: la lente non deve toccare il vetro pena il rischio di rovinarla.
Evitate di usare lenti grandangolari o, ancora peggio, fisheye. Queste lenti, catturando molta più luce nella parte periferica della lente, aumenteranno il rischio di riflessi. Preferite una lente a focale medio- lunga (un 35 o 50mm va comunque più che bene).
Occhio ai filtri polarizzatori: molti edifici quali grattacieli o hotel usano vetri polarizzati. Se sistemate un filtro simile sul vostro obiettivo, potreste ritrovarvi con un risultato ben lungi da quello atteso, in particolare dal punto di vista dei colori.
Nei musei, se il vostro soggetto è protetto da una teca, potreste avere qualche problema di più, soprattutto perché non potrete interagire granché con la teca stessa. In questo caso bisogna giocare con la distanza, muovendosi ortogonalmente all’oggetto (supponiamo un quadro) e valutando di volta in volta i riflessi. Per ridurre ulteriormente il rischio di riflessioni, potete usare, davanti all’obiettivo un telo nero su cui avete praticato un foro sufficiente a far passare il vostro obiettivo.