L’emarginazione sociale è purtroppo un grave problema che contraddistingue ormai la nostra società. Una delle categorie più deboli, spesso relegata ai margini della comunità, è sicuramente quella delle persone affette da disabilità. Chi soffre di questa incapacità, vive quotidianamente con un disagio, non solo fisico ma soprattutto psicologico. Infatti queste persone sono soggette ad un enorme malessere che provoca insicurezza e soprattutto senso di inferiorità nei confronti del resto della comunità.Fortunatamente, le persone affette da disabilità non sono sole. Grazie a tantissime associazioni di volontariato e cooperative sociali, i disabili vengono continuamente supportati e affiancati per la valenza dei propri diritti, attraverso numerose iniziative. Un esempio lampante di tutto è il laboratoriodi fotografia di Anna Trento, una giovane fotografa padovana.
Come nasce il progetto “Immaginiamoci”
Tutto ebbe inizio tra il 2012 e il 2013 quando la giovane Anna Trento conobbe a Voghera un volontario che in quel momento gestiva il laboratorio di fotografia del centro diurno per disabili in cui prestava servizio. Dopo aver partecipato a diversi incontri di questo laboratorio, la giovane fotografa padovana decise di intraprendere una nuova avventura. Proprio da questi incontri nasce l’idea di realizzare un progetto fotografico ben strutturato, in cui la fotografia diviene lo strumento principale per l’aggregazione e per la creatività personale.L’idea piace talmente tanto che viene supportata e diretta dal Gruppo Polis, un insieme di cooperative sociali che si occupano di emarginazione sociale e disabilità. Da qui la nascita ufficiale di “Immaginiamoci“, un progetto che ancora adesso è di fondamentale importanza per l’intera comunità locale che favorisce l’inclusione e l’integrazione di queste persone.Immaginiamoci è un laboratorio di fotografia rivolto a tutti i disabili che frequentano il centro diurno “Il Mosaico” e la comunità “Biancospino” appartenente al Gruppo Polis. Attraverso questo corso è possibile apprendere tutte le tecniche base di fotografia ma non solo. Mediante gli scatti fotografici queste persone si esprimono raccontando la propria vita, le proprie paure e soprattutto i propri bisogni.
La struttura del laboratorio di fotografia
Il laboratorio è strutturato in modo tale da consentire un apprendimento veloce ma che comunque possa garantire la massima libertà di espressione e di creatività.La prima fase è quella di avvicinamento alla fotografia, lavorando principalmente sulla scelta del soggetto da fotografare e sul tipo di inquadratura.Successivamente si procede all’attività fotografica vera e propria, in cui tutti i ragazzi coinvolti saranno invitati a raccontare la propria quotidianità all’interno delle cooperative sociali.Alla fine di questo laboratorio di fotografia, vengono selezionate alcune foto che saranno protagoniste di un calendario.
Un bellissimo esempio da seguire per contrastare l’emarginazione
Il progetto di Anna Trento e del Gruppo Polis deve essere un esempio di quanto sia fondamentale l’inclusività e l’integrazione all’interno di un contesto sociale. Le persone affette da disabilità non devono essere emarginate ma devono essere il centro di una comunità basata sulla solidarietà e sul rispetto reciproco. Anche perché queste persone, quotidianamente, oltre all’emarginazione sociale, sono costrette a combattere anche con il fenomeno delle barriere architettoniche. Per barriera architettonica si intende un qualsiasi ostacolo fisico che impedisce al disabile di fruire di uno spazio o di un determinato servizio. Tra gli esempi più comuni possiamo fare riferimento ad una rampa di scale, un marciapiede alto senza scivolo e un dislivello. Questo tipo di problematica però coinvolge anche altre fasce sociali più deboli come ad esempio gli anziani, disabili e anche con ridotte capacità motorie.Per sopperire in parte alle barriere architettoniche, è possibile usufruire di specifici sistemi in grado di abbatterle totalmente come per esempio il montascale. Il montascale per anziani o per disabili è un impianto che permette il trasporto della persona mediante un supporto, per scendere o salire una rampa di scale.
Conclusioni
Immaginiamoci è un progetto ammirevole che consente l’integrazione e l’inclusione di una fascia sociale molto debole. Attraverso la fotografia queste persone raccontano la propria quotidianità e la propria vita, mediante una ritrovata libertà d’espressione e soprattutto di creatività. Un esempio da seguire per rendere la nostra società attuale più solidale e meno indifferente nei confronti chi combatte costantemente con il disagio di sentirsi inferiore.