Il fotografo Antonio Leong nasce e vive a Macao. Il suo rapporto con la città è ben descritto dalle migliaia di scatti che ha realizzato in questi ultimi anni, scatti che hanno fatto il giro del mondo, al punto da essere stati selezionati da una rivista del calibro di National Geographic. Lui continua a considerare la fotografia come una delle sue più grandi passioni, sostanzialmente come il migliore dei suoi passatempi, ma non vuole considerarsi un professionista. Sui social è noto con il nome di Antonius Photoscript. Tuttavia, António Leong è probabilmente il fotografo che meglio di tutti ha saputo raccontare al mondo una città complessa e variopinta come Macao. La sua prima mostra fotografica “La vie en Macau” ha riscosso grandissimo successo tanto in patria, che all’estero.
Leong ha raccontato ai giornalisti la storia della grande passione che nutre tanto per la sua città che per la fotografia. Il suo lavoro come funzionario governativo gli è sempre piaciuto, ma sentiva il bisogno di qualcosa di diverso. Nel fine settimana, durante alcune gite di piacere, ha scoperto la fotografia. Si è interessato sempre di più a questa arte e ha deciso di dedicarsi all’esplorazione della sua città natale dietro le lenti della sua macchinetta. Ogni attimo di tempo libero disponibile è stato consacrato alla fotografia. La sua fotografia è diventata così un’istantanea che vuole catturare i differenti momenti della vita di tutti i giorni a Macao: per oltre sei anni ha scattato fotografie durante le pause pranzo, o tornando dal lavoro, munito della sua piccola fotocamera mirrorless. António Leong ama catturare la vita di tutti giorni, in tutto il suo fermento. Le sue sono infatti le immagini della quotidianità della città più densamente popolata del mondo, di un agglomerato urbano che conta ben 20,497 abitanti per chilometro quadrato. Macao è una metropoli dai mille volti, che vanta diverse impronte culturali. Qui si incontrano infatti Oriente ed Occidente, tradizioni millenarie e innovazione.
Macao ha una storia molto particolare. Dal XVI secolo fino al 1999 è stata una colonia portoghese, rappresentando il più importante porto commerciale portoghese in Cina. Questo le ha conferito una certa autonomia rispetto al governo centrale di Pechino, rappresentando ancora oggi una delle regioni amministrative speciali della Cina. Il cinese e il portoghese sono riconosciuti come le sue lingue ufficiali. L’identità spiccatamente commerciale ha reso Macao un luogo aperto ed accogliente, un luogo di contaminazione culturale. Il turismo è oggi una delle voci più importanti nell’economia di Macao, considerata una delle capitali della vita notturna di tutta l’Asia: tanti i locali notturni, i resort turistici e tantissimi gli immensi e luccicanti casinò. Da tempo, infatti, Macao ha tolto lo scettro di città regina del gioco alla scintillante Las Vegas. La varietà culturale di Macao si rispecchia anche in tavola: da secoli nelle cucine macaensi si sono fuse cucina asiatica e cucina portoghese, con risultati sorprendenti. Non a caso Macao è riconosciuta da UNESCO come Città Creativa della Gastronomia.
Come fa notare Leong, Macao è una sintesi di tutto: è una città vivissima eppure è piccola e accogliente. Sostiene che uno dei punti forti della sua fotografia sia il fatto che, spostandosi per Macao, in meno di mezz’ora ci si può ritrovare in luoghi diversissimi e ammirare scene tra loro completamente differenti. Nella fotografia di Leong vediamo non solo casinò e luci, ma anche templi e monaci. Dall’imponenza di immensi palazzi, si passa alla piccola, ma dignitosa, abitazione di un pescatore intento a rammendare le sue reti. Metropoli e villaggio vivono in perfetta armonia. Il macellaio lavora le carni fino a tarda notte, mentre le luci iniziano ad accendersi e le strade brulicano di passanti. Si alternano rumore e brulichio, al silenzio e il raccoglimento dei piccoli gesti, degli individui colti in una quotidianità mai banale.
Leong sostiene di aver sperimentato a lungo prima di essere riuscito a definire il suo stile. Il suo stile oggi è diventato talmente iconico e rappresentativo della città, che i suoi scatti sono diventati una serie di cartoline. Il fotografo con la sua solita modestia afferma che il più grande riconoscimento per lui è quello delle persone che gli si avvicinano e lo ringraziano sostenendo di essere stati toccati dalla sua opera. In molti gli sono riconoscenti proprio perché i suoi lavori rimandano alla vita di tutti i giorni. Davanti ai suoi scatti, lo straniero ne apprezza l’atmosfera esotica e affascinante, mentre l’abitante di Macao gli è riconoscente perché le sue immagini lo riportano ai ricordi d’infanzia e lo rimandano a quella quotidianità silenziosa che raramente viene rappresentata quando si rimanda ad una metropoli come Macao, che in realtà però accomuna molti degli abitanti di un luogo tanto magico e variopinto.